IL RICICLO DEGLI SCARTI ORGANICI

Dagli scarti verdi… una risorsa per la terra

Il compostaggio rappresenta il sistema più appropriato per la gestione degli scarti organici provenienti dalla raccolta differenziata.

Si tratta di un processo di riciclaggio virtuoso che in Italia ha assunto connotazioni industriali a partire dagli anni ’90, soprattutto grazie alla diffusione delle raccolte differenziate. Ciò ha consentito progressivamente di deviare dalle discariche il flusso dei rifiuti fermentescibili verso impianti tecnologici in grado di ricavare dagli scarti organici un prodotto riutilizzabile come il “compost”, un concime che dal punto di vista agronomico ed ambientale riveste un ruolo strategico.

Il compostaggio è un processo di degradazione microbica dei residui organici biodegradabili, che viene condotto in condizione controllate e aerobiche (in presenza di ossigeno) e trasforma la materia organica in “compost”, un prodotto stabile e maturo, che può essere facilmente immagazzinato, distribuito sul terreno, per fertilizzare e apportare sostanza organica ben umificata.

Il compostaggio è un processo che avviene spontaneamente in natura, per esempio nei sottoboschi, dove i residui organici sia animali che vegetali vengono costantemente trasformati in prezioso humus fertile che torna al terreno, oppure durante la maturazione del letame. Sono però processi molto lunghi, che avvengono in maniera discontinua e poco omogenea.

Il compostaggio industriale invece è un processo attentamente controllato che garantisce la degradazione omogenea e ottimale della materia organica contenuta negli scarti, in tempi brevi, e l’ottenimento di un prodotto di qualità, totalmente ecologico, che non presenta alcun fattore tossico né pericoloso per l’ambiente o per l’uomo ed è in grado di fertilizzare in maniera ottimale il terreno.

Dagli scarti provenienti dalle cucine, dalla manutenzione del verde pubblico e privato e dai residui delle lavorazioni agro-industriali si ricava un ammendante grazie all’azione di microorganismi aerobici quali batteri, attinomiceti e funghi, che si nutrono a spese del materiale organico scomponendo carboidrati, grassi e proteine per poi rielaborare il tutto fino ad humus. Negli impianti di compostaggio la degradazione e l’umificazione delle sostanze organiche sono quindi riprodotte in condizioni accelerate e controllate con l’obiettivo accessorio di igienizzare la biomassa (durante il processo si sfiorano i 70 – 80 °C) e ottenere alla fine un concime per gli impieghi in agricoltura e altri ambiti.

Con una buona miscelazione di partenza degli scarti organici, quelli a prevalenza di legno, cellulosa e quelli con maggiore componente di azoto e di umidità, come le foglie, l’erba ecc, si garantisce ai microrganismi un equilibrato rapporto di composti del carbonio come fonte di energia e dell’azoto per la sintesi delle proteine. I microrganismi responsabili del processo di compostaggio sono piuttosto ubiquitari (presenti sia nei materiali da sottoporre al trattamento che nell’ambiente) e per svolgere il loro compito necessitano di ossigeno; infatti, dal punto di vista biologico la reazione è una vera e propria “respirazione” da cui si sviluppa calore, anidride carbonica, acqua, Sali minerali e infine sostanza organica umificata.

Alla fine ciò che si ottiene è un concime organico, per la precisione un “ammendante compostato”, detto comunemente COMPOST. Un prodotto fertilizzante, ricco di sostanza organiza ben umificata, e di elementi nutritivi indispensabili alle piante, che è in grado di ripristinare la fertilità del terreno , migliorandone la struttura, la permeabilità, la lavorabilità e il tenore di nutrienti.

Se vuoi conoscere nel dettaglio il PROCESSO DI COMPOSTAGGIO adottato da Tecnogarden Service CLICCA QUI.

Dagli scarti organici, attraverso la raccolta e il recupero, andiamo così a chiudere il cerchio e riportiamo alla terra la sostanza organica!